Quattro minuti – Il mio prossimo distopico

Quattro Minuti

La storia che mi sta cambiando

Ci sono storie che ti chiamano da lontano. E poi ci sono storie che ti trovano quando non le stai cercando.

Quattro Minuti è nata così. Da una necessità.

È un romanzo distopico ambientato nel futuro, in una città chiamata Shin-Edo, dove la tecnologia ha superato l’umanità e le emozioni non sono più concesse a tutti.

Parla di ribellione, di potere, di controllo mentale. Ma soprattutto parla di Nora — e del suo bisogno disperato di ricordare chi è davvero.

E poi c’è Takeshi, l’altro lato della storia. L’erede del sistema che Nora vuole abbattere. Un figlio che non ha mai scelto la famiglia da cui proviene.

Sto lavorando a Quattro Minuti da mesi, con cura, ostinazione e moltissime domande.

Non è un progetto semplice, né veloce. È stratificato, duro, emotivo.

Il romance qui è duro, spietato, piegato al volere di una società corrotta e dal corso di eventi impietosi.

Per accompagnarmi in questo percorso, ho scelto di affidarmi alla scuola Belleville. Volevo mettermi alla prova in modo serio, e finora è stata la scelta giusta.

Non so ancora quanto sarà lungo. So solo che ogni scena mi sposta un po’ più avanti.

Non so se farà piangere o arrabbiare chi lo leggerà, ma spero che lasci qualcosa.

Un’eco, un dubbio, un’immagine.

Sono ancora dentro la stesura, e probabilmente lo sarò per un po’.

Ma volevo condividere un pezzetto del viaggio, perché credo che le storie si scrivano anche così: con chi le aspetta, anche prima di leggerle.

Nora si accasciò contro lo schienale del divanetto in pelle rossa e incrociò le braccia per scaldarsi. I rumori della città arrivavano ovattati attraverso i vetri spessi dell’izakaya. Fuori, la via brulicava di prostitute e senzatetto. Alcuni fogli di carta svolazzavano in aria, sospinti dal vento. Un cane attraversò di corsa la strada, sfiorando una moto che sfrecciava veloce; inseguiva un ratto, inconsapevole di aver appena evitato la morte. Nemmeno la pioggia incessante fermava il continuo via vai di anime perdute. Shin-Edo sembrava l’anticamera dell’inferno. Un fulmine, in lontananza, squarciò il cielo plumbeo mentre la figura sfocata di Rico le passò davanti. Seguì l’amico con lo sguardo fino alla porta, dove la campanella annunciò il suo ingresso nel locale. Lui alzò un sopracciglio e ammiccò nella sua direzione. Si tolse il soprabito, scuotendo via le gocce di pioggia, e dedicò a Yumi un sorriso sfacciato.

«¡Hola, preciosa!» trillò. Lei grugnì il suo nome in risposta e gli voltò le spalle.

Nora scoppiò a ridere. Vederlo passare dal fascino alla delusione era sempre uno spettacolo. «Cariña,» bisbigliò lui scivolando sul sedile di fronte a Nora, che bevve l’ultimo sorso di caffè senza staccare gli occhi dall’amico. Sotto il braccio stringeva il quotidiano di Shin-Edo. Nora alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

«Ricominciamo, Rico?» Strofinò le mani avvolte in logori guanti di lana.

«Ho mai smesso?» Lui le fece l’occhiolino e posò il giornale sul tavolo, appiattendo il bordo con la mano. «È successo qualcosa di grosso.»

Lei trattenne a stento uno sbadiglio. «Quel giornale è illegale e potrebbe metterci nei guai. Devo ricordarti che siamo immigrati? Voglio vivere la mia vita in tranquillità, tra droghe e alcol, nella completa ignoranza.»

Rico aprì la bocca per rispondere, ma lei lo interruppe alzando una mano davanti al viso. «La gente scompare o muore, è normale. Fidati, parlo per esperienza.»

Lui scosse la testa e liquidò ogni obiezione con una scrollata di spalle.

«Senti qui: il giovane Takeshi Minamoto, figlio del capo di Astranthis Genji Minamoto, è stato trovato in stato confusionale lungo il viale che conduce al centro di reclutamento…»

«Takeshi… esiste qualcuno più idiota di lui?» Lei bevve l’ultimo sorso, ma se ne pentì. Era tiepido e disgustoso quanto il brodo di ramen lasciato sul bancone per ore. Trattenne un conato di vomito e si asciugò la bocca con la manica della giacca.


Vuoi seguire il percorso di Quattro Minuti?

Presto racconterò dietro le quinte, ispirazioni e piccoli estratti su Instagram.

Passa di lì, se ti va.

Sei una casa editrice e ti interessa il progetto?

Se pensi che Quattro Minuti possa essere adatto alla tua linea editoriale, sono felice di parlarne.

Puoi contattarmi direttamente qui: info@misakic.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *