Un percorso che ricomincia: dalla finale del Premio Arcimago alla firma con AltreVoci Edizioni
Ci sono percorsi che iniziano in silenzio, quasi senza rendersi conto della direzione che stanno prendendo.
Il mio è cominciato quando ho deciso di partecipare al Premio Arcimago, spinta dal desiderio di crescere come autrice e di mettermi alla prova con un progetto fantasy più complesso di qualsiasi cosa avessi scritto prima. All’epoca, non immaginavo che quella scelta avrebbe cambiato il mio modo di lavorare, di scrivere e di guardare alle storie.
L’idea nella mia testa era semplice: la magia appartiene a pochi e quei pochi vengono uccisi perché diversi. Siamo in Giappone, in un futuro non troppo lontano, ma sopravvissuto a una guerra che ha spezzato la società. Cosa può succedere quando una ragazza con poteri magici si allea con un burbero giapponese che vuole fermare lo spaccio di una pericolosa nuova droga?
Un capitolo dopo l’altro, tra riscritture infinite e fogli pieni di appunti, ho costruito un mondo che mi ha dato più di quanto io sia riuscita a dare a lui. Classificarmi terza e ricevere un riconoscimento per la vendibilità è stato un momento importante, ma non un traguardo.
È stato un invito ad andare avanti, come se qualcuno mi avesse detto: gli altri credono in questa storia, devi iniziare a farlo anche tu.
In quel momento, è iniziato il mio percorso per rendere il testo il più possibile pronto per una proposta editoriale.

Pochi giorni fa è arrivata la tappa che aspettavo senza permettermi davvero di crederci: la firma del contratto di pubblicazione con AltreVoci Edizioni.
Tornare a lavorare con la mia casa editrice, quella che mi ha accompagnata nella pubblicazione di Un disastro da copertina, significa riconoscere un legame di fiducia e continuità.
E lasciate che vi dica una cosa importante: se non avete fiducia in chi editerà il vostro lavoro, allora lasciate perdere.
Affido il mio fantasy, un pezzettino del mio cuore, a persone che sanno vedere il potenziale della storia anche quando io stessa non ci riesco.
Sapere che lavorerò ancora con Giovanna Burzio mi ha restituito una calma che, nei confronti di questa storia, non provavo da mesi. La sua guida attenta, la cura editoriale e la capacità di capire come lavorare il testo senza snaturarlo sono tra le ragioni per cui ho scelto di fare questo passo.
Firmare questo contratto non è stato solo un momento felice, ma anche liberatorio, con quel misto di stanchezza ed entusiasmo che accompagna chi ama il proprio lavoro.
Proprio oggi ho aperto il file originale, quello che ho inviato come candidatura all’Arcimago, e mi sono ritrovata a sorridere vedendo la data di creazione: 17 settembre 2023.
815 giorni.
Guardando indietro rivedo tutto il percorso: l’inizio incerto con la prima fase del premio, la crescita lenta ma costante, i mesi in cui ho temuto di aver perso la direzione. Ricordo le telefonate a Giuliano Scavuzzo chiedendo aiuto per le scene di lotta corpo a corpo (spoiler, sono davvero difficili). Il momento in cui ho pensato di cancellare il file e dimenticarlo per sempre.
Sono felice. Esausta e grata. Ma soprattutto sono fiduciosa.
È una sensazione nuova, arrivata al momento giusto.
Ci vediamo nel 2026 per accogliere insieme il prossimo capitolo di questo viaggio.
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